L’uomo può avere cognizione dell’esistenza di un mondo esterno solo esclusivamente attraverso l’uso dei sensi.A seguito della percezione data dai sensi si sviluppa l’elaborazione pensante e il giudizio: affinchè l’anima possa giudicare è necessario che essa possa confrontare fra di loro dei concetti.La percezione stimola quindi a tutta prima il pensare, il quale va a raccogliere e a connettere insieme i vari concetti di natura affine o connaturata all’oggetto della percezione; dopodichè quando tale patrimonio di concetti è reso disponibile dal pensare, dal confronto fra essi l’anima decreta un giudizio in base all’utilità che dalla cosa percepita essa può trarre per sè o per un uso utile in relazione ad altri oggetti.
Tramite la sola percezione, il mondo esterno si rispecchia nell’anima: tramite poi l’uso del giudizio, diveniamo capaci di orientarci nel mondo esterno.
Attraverso i sensi, l’uomo avverte l’esistenza di un mondo esterno, che si contrappone al suo mondo interno. Per capacità senziente, si devono intendere tutte quelle attività che spingono l’uomo a riconoscere la presenza di un oggetto, di un essere, di un processo situato nei pressi della sua individualità.I sensi sono ciò che autorizza l’uomo a definire esistente una cosa che gli appare entro la sua visuale percettiva.Qui verranno studiati non gli oggetti che compaiono nella coscienza tramite i sensi umani, ma i sensi stessi quali organi umani.
L’uomo edifica la sua conoscenza in base a ciò che i suoi sensi, in forma rappresentativa, gli trasmettono.I sensi inviano sempre impressioni veraci, a meno che essi non siano difettosi; l’errore riguardo la conoscenza di una cosa non è mai originato dai sensi, ma dall’intelletto. Se si potesse percepire una cosa senza l’intermediare della speculazione intellettiva, la percezione giungerebbe a noi sempre mostrandosi nel suo lato vero, nella sua reale natura. L’intelletto altera la veracità della percezione.
L’UOMO COME ORGANO DI SENSO
Sarebbe troppo semplicistico fermarsi a studiare solo i 5 sensi che solitamente vengono identificati dalla scienza nell’uomo: vista, udito, odorato, gusto e tatto. Abbiamo visto che tramite tali 5 sensi ordinari l’uomo avverte l’esistenza di un mondo esteriore situato al di fuori di sè: tramite gli altri 7 percepisce entro sè stesso processi o femoneni, sperimentando l’esistenza di un mondo proprio, interiore.Mentre con i 5 sensi l’uomo percepisce le cose e gli esseri che attuano processi fenomenici nel mondo esterno, tramite gli altri 7 percepisce i processi e i fenomeni che avvengono nel suo interno, entro la sua corporeità fisica, eterica e astrale.Analizzeremo ora tali altri 7 sensi.
1 -Senso Vitale, della salute o dell’ordine corporeo: è avvertibile solo qualora il nostro organismo sia ammalato, quindi quando in esso subentri una disarmonia. Quando siamo in salute, ci troviamo in armonia, quindi esso non è avvertibile: è un quid di scontato, che in stato di normalità corrisponde al sentirsi bene: tramite il sentirsi male, è possibile percepirlo. Diventa evidente solo in occasione di un disturbo.Percepire un dolore ad un arto è una percezione ben evidente, quanto vedere o sentire un oggetto esterno.Le percezioni di affaticamento, di dolore, di spossatezza sono anch’esse vere e proprie percezioni, che però non vengono nè viste, nè udite nè odorate: tuttavia non meno di queste esse ci avvertono che stiamo percependo la presenza di un processo in atto entro di noi, allo stesso modo di come percepiamo un processo che avviene davanti ai nostri occhi, nel mondo esterno.Il senso Vitale ci dona la prima autopercezione della nostra corporeità entro lo spazio fisico, del fatto che qualcosa va ad intaccare, ad alterare la nostra proprietà corporea.Tramite il senso vitale l’uomo consegue sensazioni generali sulla propria corporeità
2 -Senso del proprio movimento; tramite esso, muovendo un braccio o una gamba, possiamo aver coscienza di stare compiendo un’azione o un’attività. Possiamo avvertire una variazione motoria nella corporeità: quando ci muoviamo, battiamo le palpebre, quando corriamo.Una macchina non percepisce i suoi movimenti: un essere vivente può invece farlo.A differenza del senso vitale, che ci da coscienza di un processo di malessere interno a noi anche se non compiamo un movimento, il senso del movimento ci avverte solo qualora noi esercitiamo un moto o un’azione tramite il corpo.Tale senso si percepisce in tre modi:- quando ci muoviamo da noi stessi;- quando siamo portati da altri o da una macchina;- quando siamo trasportati da una musica.
3 - Senso dell’equilibrio o statico; si manifesta come quel processo capace di mantenerci in una determinata posizione nei confronti di un sopra, di un sotto, di destra e sinistra. Tramite esso si ha la percezione consapevole di mantenere una data posizione: senza tale senso si avrebbero le vertigini, perchè non si riuscirebbe ad avere la possibilità di orientarsi nello spazio. Una pietra mantiene la sua posizione, senza avere le vertigini perchè non ha nè tale senso, nè ha la possibilità di autopercepirsi. I tre canali semicircolari posti nell’orecchio hanno questa funzione. Con il senso dell’equilibrio l’uomo può porsi in rapporto con la spazialità: prova la sensazione della sua posizione.
Attraverso i 3 sensi sopracitati, l’anima sente la propia corporeità, o meglio, avverte quella parte del mondo esterno a lei più vicina, che sente di possedere. Essa avverte qualcosa in sè stessa.Tramite gli altri sensi che seguono, l’uomo affronta con il proprio corpo, il fuori, il mondo esterno.
4 - Senso dell’odorato (naso); è il senso che stabilisce il lato esterno della materia: si attiva solo in presenza di sostanze rintracciabili nell’aria.
5 - Senso gustativo (lingua); tramite esso sentiamo l’effetto che la materia produce su di noi; conosciamo il suo lato interno, tramite la sua forma liquida.
6 - Senso visivo (occhi); con esso ci si paleva l’essenza interna di un ente a mezzo della luce.
7- Senso della temperatura o del calore (sangue: io?); è ciò tramite cui, toccando un ente, si percepisce sia l’esterno che il suo interno. Esso è legato al senso della vita.
8- Senso del tatto (pelle e mucose); in realtà il “tastare”, è una qualità insita già nell’olfatto, nel gusto, nella vista e nel calore;tramite questi 4 sensi l’anima “tasta” i 4 differenti stati della materia: aria (olfatto), acqua (gusto), terra (vista: luce e tenebra), fuoco (calore).E’ il senso che ci comunica la pressione esterna, la resistenza, la durezza, la morbidezza di un ente. Esiste una notevole differenza fra percepire tastando e percepire recependo calore. Il suo scopo è di farci in un certo qual modo ritirare in noi stessi, quando tocchiamo gli oggetti, nel farci chiudere entro i nostri processi corporei interni. Esso ci fa ritrarre indietro dal mondo esterno che tocchiamo: tramite il tatto, l’uomo entra in relazione con il mondo nel modo più grossolano, tramite i confini del suo corpo. Esso delimita e isola il corpo umano dal resto del mondo.
9- Senso uditivo (orecchio); tramite esso ci appare l’anima di un ente che ci parla, esprimendosi dal profondo della sua natura. Esso ci mostra l’interiore mobilità delle cose.Il suono di un metallo, di un legno o di un animale ci rivela molto sia della sua sostanzialità che della sua natura interiore. Diverso è il suono prodotto dall’acqua rispetto quello del metallo; ancor di più lo è il barrito dall’abbaiare o il miagolare dal muggire. Ognuno di questi suoni ci porta qualcosa di molto intimo che appartiene alla natura interiore del suo artefice.Mostreremo ora altri sensi, non riconosciuti dalla scienza, che penetrano ancora di più nell’interiorità degli esseri percepiti.
10- Senso del linguaggio (corpo astrale); recependo un discorso parlato, tale senso si attiva ancor prima che noi mettiamo in moto la nostra intelligenza o formuliamo un giudizio: è ciò tramite cui ci appare chiaro il significato delle parole che un altro uomo emette. Ascoltando una lingua straniera, tale senso non è capace di portarci una giusta comprensione: è capace di decodificare solo le vocali e consonanti affini alla lingua che noi abbiamo in passato appreso, in modo da poter capire ciò di cui un altro uomo ci sta parlando.Non è tramite questo senso che comprendiamo i concetti contenuti nel linguaggio; esso ci rende possibile solo la comprensione dialettica o alfabetica di un discorso: l’elaborazione pensante avviene subito dopo.Non è neppure l’organo che ci rende possibile esplicare nostre parole, ma il senso tramite cui ci è possibile recepire il linguaggio parlato da un altro uomo: comprendere la sua lingua.
Mentre tramite il suono degli elementi, il verso di un’animale ci si svela la sua peculiare interiorità, tramite questo senso percepiamo un’anima individualizzata con una certa autonomia: l’anima personale umana.La forma del linguaggio che percepiamo di un essere appare a noi trasmettendoci una coloritura animica, tramite la quale riusciamo a cogliere qualcosa di molto intimo insito in colui che la emette.Anche i gesti, la mimica e la fisionomia vanno annoverati in ciò che concerne il senso del linguaggio.L’organo di senso per la percezione del linguaggio altrui è il corpo astrale umano: l’organo del movimento.
11- Senso del concetto o del rappresentare (corpo eterico); questo senso non è l’organo che ci permette di formarci dei pensieri sulle cose; tramite esso riusciamo a intendere, a comprendere i concetti che ci vengono dati da altri uomini: ci fa sorgere, apparire in immagini ciò che in parole ci viene espresso da altri.Se qualcuno mi dice qualcosa, il senso del concetto mi rende capace di formarmi una rappresentazione corrispondente: se un uomo mi dice che ha visto una rosa rossa, essa apparirà in immagine entro la mia coscienza. Il senso del concetto, quasi automaticamente, traduce in immagini le parole che altri proferiscono, in modo darivelarmi il significato in immagini dei discorsi.L’organo di senso per la percezione dei pensieri altrui è il corpo eterico umano: l’organo della vita.
12- Senso dell’Io (corpo fisico); con esso non s’intende la capacità di percepire il proprio io: l’autopercezione di sè stessi avviene tramite l’intervento della propria memoria, la quale testimonia che dietro a noi nel nostro passato vi fu un “io”, ora presente, che produsse delle azioni.Tramite il senso dell’Io, percepiamo l’io degli altri uomini, e iniziaticamente, l’io di altre entità spirituali.Tramite esso siamo capaci, incontrando un dato essere, di comprendere se egli è provvisto di un Io.Se venissimo venirci incontro un un tronco con attaccate due gambe, due braccia e con sopra una testa che emette suoni, non diremmo di certo tramite queste immagini che siamo davanti ad un io: che là vi sia un io, ce lo dice qualcosa che va al di là di tutto questo.L’organo di senso per la percezione dell’io altrui è l’intero corpo umano: l’organo dell’autocoscienza.
Oltre questi dodici sensi, ve ne sono altri 3 astrali, (fiori di loto) ancora non attivi, ma che diverrano tali con l’evoluzione della Terra; l’iniziato anticipa il loro risveglio, portandoli a maturazione già ora, al presente:
13 - senso immaginativo;14 - senso ispirativo;14 - senso intuitivo.Tramite questi si arriva a penetrare nello spirito delle cose, nello spirito della natura: s’incontrano gli esseri spirituali.
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