lunedì 5 maggio 2014

L'arte dell'educazione







Secondo Rudolf Steiner la pedagogia è un'arte e dunque il maestro deve avere una "vocazione" per l'insegnamento. Un buon maestro genera buoni alunni, così come un cattivo maestro ne genera di cattivi. L'insegnamento non è solo un freddo passaggio di informazioni, ma è una relazione tra due esseri umani, in cui uno è assetato di conoscenza e l'altro è votato a trasmettere tutto il proprio sapere, umano ed intellettuale.
A partire da questi presupposti, Steiner cercò di indicare, attraverso una serie di conferenze rivolte ai futuri insegnanti da lui stesso scelti quali pionieri della prima scuola Waldorf -conferenze raccolte nei tre volumi di Arte dell'educazione I, II, III e ancor oggi considerate alla base di tutta l'impostazione metodologica della pedagogia steineriana -, come dar vita a una pedagogia capace di risvegliare appieno le facoltà dell'essere umano nel suo lungo percorso evolutivo - dall'età infantile sino alla piena maturità (ventun'anni). Secondo quanto Steiner afferma, ciò può avvenire solamente grazie al possesso, da parte dell'educatore, di una profonda conoscenza dell'uomo quale essere triarticolato, ovvero tripartito nelle capacità di pensare, sentire e volere: ad ognuno di questi fattori del discente deve essere data la possibilità di auto-elaborazione nei giusti modi e nei giusti tempi. Lo sviluppo armonico di suddette tre facoltà , è, dunque, alla base di tutta la pedagogia steineriana e tale esigenza viene soddisfatta, nella metodologia elaborata da Steiner, con l'aiuto di molti raffinati espedienti tra i quali: il rifiuto di un insegnamento nozionistico; la possibilità di coltivare le più disparate discipline artistiche - quali la musica, il teatro, la pittura, l'artigianato, e svariati altri lavori manuali che possono andare dall'uncinetto sino alla costruzione, nelle classi più avanzate, di veri e propri macchinari tecnologici funzionanti -; un'attenzione meticolosa ad impartire certi tipi di insegnamenti e non altri in base all'età evolutiva degli allievi - è detto, infatti, che proporre al fanciullo in crescita un argomento, o una qualsiasi esperienza in generale, prima del tempo (cioè non secondo modi e tempi ben definiti da Steiner nonché dai molti pedagogisti che successivamente s'inserirono nel solco dei suoi studi), potrebbe addirittura danneggiare il futuro equilibrio psico-fisico dell'individuo. Ma ciò che sopra ogni altra cosa risulta essere importante nell'impostazione educativa proposta da Steiner è senza dubbio la necessità di un profondo e rigoroso cammino di autoeducazione che l'insegnante deve compiere - per mezzo di una serie di discipline spirituali sempre sviluppate da Steiner - al fine di raggiungere un'intima e diretta conoscenza di se stesso per una lenta correzione delle proprie imperfezioni interiori: il vero insegnamento da parte dell'educatore, dice Steiner, non sta in quel che viene detto né in quel che viene fatto ma, piuttosto, in quel che si è: la parte sostanziale dell'azione educativa avviene, cioè, "da anima ad anima", passando direttamente dall'anima dell'adulto all'anima dell'allievo (e ciò è tanto più vero, quanto più quest'ultimo è in tenera età). È dunque importantissimo, nella prospettiva di una pedagogia etica quale Steiner aveva in mente, che l'educatore sia in un costante lavoro di auto-purificazione nonché di ricerca personale riguardo a tutto quanto egli vuol presentare ai propri alunni in modo che l'insegnamento risulti profondamente vivo e veritiero. E’ bene infine sottolineare che, nonostante l'intera impostazione educativa della pedagogia Waldorf si basi sulla concezione antroposofica del mondo fondata, tra le altre cose, su di una visione dell'uomo secondo la tripartizione di corpo, anima e spirito, nelle scuole steineriane, contrariamente a quanto spesso si crede, non risulta vi sia (nei limiti del possibile) alcun tentativo macroscopico d'indottrinamento: almeno secondo l'idea di Steiner, infatti, l'intento dovrebbe essere al contrario sempre quello di formare individui quanto più possibile capaci di un giudizio critico libero e profondo.



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Pedagogia con Arte

“E una donna che teneva un bambino al seno disse: "parlaci dei figli". I vostri figli non sono vostri figli. sono i figli e le figlie della brama che la vita ha per se stessa. Essi non provengono da voi, ma attraverso voi, e benché stiano con voi, non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri, poiché essi hanno i propri pensieri. Potete dar alloggio ai loro corpi, ma non alle loro anime, poiché le loro anime dimorano nella casa del domani, che voi non potete visitare nemmeno in sogno. Potete sforzarvi di essere come loro: non cercate però di renderli come voi, la vita, infatti, non torna indietro né indugia sul passato. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli come frecce viventi sono lanciati. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi piega con la sua potenza perché le sue frecce volino veloci e lontane. Lasciatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere; poiché come egli ama la freccia che vola così ama pure l’arco che è ben saldo”K.Gibran